Finzione e realtà.
“Allora è facile capire perché la finzione narrativa ci affascina tanto. Ci offre la possibilità di esercitare senza limiti quella facoltà che noi usiamo sia per percepire il mondo sia per ricostruire il passato” (…)” [Umberto Eco: Sei passeggiate nei boschi narrativi].
Vale la pena riportare la frase del grande scrittore che ben si colloca nella secolare diatriba “Finzione e realtà” che nel teatro trova la sua maggiore espressione. Mi fermerei qui per sintetizzare il significato del bel film di Roberto Andò “La stranezza”, un lavoro che ci coinvolge nel dubbioso pensiero pirandelliano sul lutto, l’amore, la gelosia, l’inganno…e tutto quello che concerne il vissuto umano e che può essere rappresentato sulle tavole di un palcoscenico. E sì, perché il film parla proprio di lui, Luigi Pirandello, lo scrittore di teatro dileggiato e poi premiato con la più grande onorificenza: il premio Nobel.
La fotografia, dai toni sempre sull’ocra, non concede un solo fotogramma ai colori brillanti di una Sicilia da cartolina. Invece, ci restituisce il giusto tono di una terra a suo modo tenebrosa e contorni grotteschi che Pirandello riuscì a cogliere nei suoi lavori. Un bravissimo Tony Servillo (terribilmente somigliante) vaga leggero come un fantasma tra gli attori “dilettanti-professionisti”, come si definiscono, e ne segue una loro messinscena per comprendere, infine, la stranezza che gli frulla in testa da parecchio: la commistione tra la realtà e la sua rappresentazione che darà vita (bella intuizione del regista) al suo più grande lavoro teatrale “Sei personaggi in cerca di autore”. Una finzione nella finzione giocata ironicamente senza mai scadere nella pochade, a volte persino drammaticamente squallida, come la catasta di bare insepolte per l’inefficienza di una municipalità corrotta che solo la rappresentazione teatrale può mettere in luce; e qui, non posso non sottolineare la bravura dei due attori, Ficarra e Picone, che superano se stessi in questo lavoro.
Un film molto godibile, ma ancor più se si è avvezzi al mondo culturale del teatro di cui Pirandello ne fu l’anticipatore: il metateatro.
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